UN 13 FEBBRAIO DI LOTTA!

Nella giornata del 13 febbraio, molte delle più importanti piazze d’Italia sono state il teatro di una lotta che appartiene a tutti e ha coinvolto tutti: quella della dignità femminile e dei diritti dei cittadini.

Oltre un milione, infatti, sono state le adesioni alle manifestazioni lanciate dal comitato ‘’Se non ora quando?’’, che hanno visto scendere in piazza le più diverse categorie sociali: dagli studenti ai pensionati, dai precari agli operai, il messaggio bipartisan che riguarda la difesa dell’immagine delle donne e del nostro paese è stato scandito a gran voce da tutta la popolazione che da tempo si sente indignata ed offesa da una classe politica razzista, omofoba e autoritaria.

Classe politica, inoltre, che non ha perso l’occasione di lasciare ulteriori dichiarazioni vergognose nell’album dei ricordi. Prima fra tutte quella della vecchia conoscenza, il ministro Mariastella Gelmini, secondo il quale quella di oggi sarebbe dovuta essere una manifestazione seguita da ‘‘ solo poche radical chic che manifestano per fini politici e per strumentalizzare le donne’’.

Se da una parte capiamo l’ovvia reazione di chi, mosso dalla paura di perdere la poltrona, non è più in grado di risvegliarsi e di tornare alla realtà, dall’altra ci sentiamo obbligati a controbattere, però sulla base di fatti reali, che in questi giorni una sola manifestazione ha visto pochi radical chic, tra l’altro pagati, a scandire slogan vuoti e sostenere una causa persa. Parliamo, ovviamente, del misero presidio di quaranta persone al di fuori del tribunale di Milano in sostegno a Silvio Berlusconi, che è stato la dimostrazione concreta dell’incubo a occhi aperti da cui la destra istituzionale sta cercando di fuggire: la maggioranza non esiste più, né dentro né fuori dal parlamento, e la fine della dittatura berlusconiana è sempre più vicina.

E se nel resto del mondo, anche se con metodi e conseguenze diverse, i cittadini stanno prendendo coscienza delle proprie capacità e della propria forza di fronte alle dittature tremanti e isolate, con oggi abbiamo dimostrato di non fare eccezione in Italia.

E come studenti, dobbiamo prepararci a diventare la spinta principale di quest’ondata di speranza che sta travolgendo tutto e tutti, per affrontare con più forze possibili la riconquista di un posto nella società dei baroni e nel corso del nostro futuro.

Che questo, quindi, possa essere il vero inizio del percorso che porterà alla presa di coscienza contro il berlusconismo e la destra autoritaria e alla ripresa dei nostri diritti.

RETE STUDENTI MILANO
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