Da: http://zamracaille.noblogs.org/
A breve pubblicheremo sul blog e sulla pagina facebook le foto della tre giorni e il video di Zam Racaille Viale Molise 68!
Finiscono i tre giorni di occupazione di Zam Racaille.
È iniziata Venerdì 22 ottobre, alle tre del pomeriggio e sotto uno
splendido sole autunnale, con un centinaio di persone, soprattutto
studenti delle scuole superiori, che sono entrati nello stabile di Viale
Molise 68.
La prima accoglienza è arrivata da un anziano abitante del quartiere che
stazionava al bar di fronte. Appena ci ha visti s’è avvicinato e,
chiedendoci se eravamo un centro sociale e appurando che “eravamo di
sinistra”, ci ha salutato con un ben augurante “ciao compagni, bravi!”
Piccole soddisfazioni che danno gioia in una città che si vorrebbe sempre
più grigia ma che sa ancora regalare empatie e vicinanze.
Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di emozioni e soddisfazioni
importanti. Almeno un paio di migliaia di persone hanno attraversato
questa occupazione nei tre giorni. Tanti “vicini di casa”, gente del
quartiere che, dopo tanti anni in cui vedeva da fuori questo bellissimo
stabile, ha finalmente potuto varcarne le porte e ammirare con noi la
bellezza di un edificio che la stupidità e la miopia di questa
amministrazione ha lasciato colpevolmente vuoto. Tanti ragazzi delle
scuole superiori, vogliosi di prendersi in mano non solo il loro futuro
ma soprattutto il loro presente, a cominciare da un luogo in cui potersi
ritrovare. Tanti compagni e compagne delle diverse realtà milanesi,
solidali e partecipi come sempre, e come non avevamo dubbi sarebbero
stati tutti.
Infine tanta gente comune, milanesi e dei dintorni, giovani soprattutto
ma non solo, a testimonianza della “fame” di spazi di aggregazione,
socialità, dibattito, confronto, politica.
Lo stabile di Viale Molise 68 è parte di un’enorme area di competenza
della Sogemi. Chi conosce la città di Milano sa bene cosa vuol dire:
neofascismo e criminalità. La Sogemi rappresenta in città quella
saldatura tra il potere politico asfissiante e affarista della
componente ex Alleanza Nazionale oggi Popolo delle Libertà e la
criminalità ‘ndranghetista e i sui business. In quest’area hanno in
passato aperto locali notturni abusivi e c’è un controllo, a scopi
anche di bacino elettorale, che tra sfruttamento dell’immigrazione
clandestina e lavoro nero sottopagato rappresenta il modello di
produzione e affari che, sotto la patina della “Milano che lavora”,
mortifica sempre più spesso questa città e i suoi abitanti.
Anche per questo è stato un piacere infinito entrare in questo stabile e
dare, nel nostro piccolo e senza trionfalismi impropri, una stecca nei
denti a chi governa Milano in questo modo.
Questa nostra occupazione ha ricevuto anche gli anatemi di rito
dell’autoproclamato Sceriffo Riccardo De Corato. Una persona triste,
probabilmente privo di amici e sicuramente con gravi problemi
relazionali, che sfoga la propria miseria e frustrazione prendendosela
con la parte viva di Milano. Per lui non abbiamo parole di accusa o
disprezzo ma solo tanta compassione. Speriamo che qualcuno si prenda
cura di lui e della sua cronica sociofobia.
Per finire due considerazioni e un impegno. Abbiamo volutamente dato vita
a un’occupazione temporanea e leggera perché ci piacciono le cose
durature e solide. Non è una contraddizione. Pensiamo che da troppo
tempo a Milano il tema degli spazi autogestiti sia stato affrontato solo
ed esclusivamente in termini repressivi: sgomberi, chiusure, denunce,
processi.
Sentiamo il bisogno di mettere in moto un processo ampio, complessivo,
che sappia pervadere ampie fette di cittadinanza e che non si rivolga
solo ed esclusivamente alla cerchia dei militanti o a una specifica
fascia generazionale. Pensiamo infine che il gruppo che stiamo
costituendo, ancora assolutamente in divenire, meriti di avere il tempo
di sperimentarsi, mettersi alla prova, rafforzarsi e allargarsi.
Vogliamo dar vita a un processo che non si esaurisce in una vampata
grossa e luminosa quanto effimera e breve, ci piace invece pensare di
aver iniziato ad appiccare un incendio che progressivamente quanto
inesorabilmente divampa per espandersi e non fermarsi più.
Per tutti questi motivi nessuno immagini questi tre giorni come
un’esperienza spot fine a se stessa.
Altre tappe seguiranno. A breve. Numerose. Durature. Non siamo i soli ad
amare questa città, a volerle restituire dignità e senso d’esistere.
Tanti e tante ci hanno fatto capire di volersi mettere in moto con noi e
li ringraziamo. Tanti altri lo stanno già facendo in altri gruppi ed
esperienze, in altre ancora che stanno nascendo. A tutti noi, a tutti
voi, a tutta questa Milano che amiamo il nostro grazie e i nostri
migliori auguri.