Oggi 6 maggio, giornata di sciopero generale, gli studenti di Milano e provincia, si sono ritrovati in p.zza Cairoli, in solidarietà ai lavoratori e in continuità con le lotte dell’autunno. Nonostante la conclusione dell’anno scolastico e il tetto delle 50 assenze, siamo stati capaci di mantenere alto il livello di mobilitazione, garantendo la partecipazione di almeno un migliaio di studenti. Durante il corteo, conclusosi in piazza Duomo, sono state sanzionate diverse banche, simbolo della crisi economica.
Volevamo che la data di oggi rappresentasse il culmine del percorso che abbiamo iniziato a costruire da inizio anno, percorso durante il quale abbiamo a lungo richiesto uno sciopero generale capace di incidere realmente sulle politiche sociali ed economiche del governo.
Per questo motivo abbiamo partecipato attivamente alla costruzione di questa giornata, nonostante non sia stata indette secondo le modalità sperate. Da ciò deriva la scelta di caratterizzare la nostra mobilitazione scegliendo di lanciare un concentramento studentesco per differenziarci dal corteo sindacale. Tuttavia sentiamo che le nostre lotte, quella degli studenti e quella dei lavoratori, non sono separabili. Sappiamo che l’attacco ai diritti degli studenti e dei lavoratori rientrano in un unico progetto di distruzione del welfare e privatizzazione dei beni comuni.
Ci siamo opposti, durante l’autunno, alla trasformazione dei consigli d’istituto e di facoltà in consigli d’amministrazione. Oggi sappiamo che privatizzazione dell’istruzione e flessibilità nel mondo del lavoro sono elementi inscindibili di uno stesso progetto economico, teso ad affidare alla discrezione di pochi imprenditori ed azionisti la gestione dei beni comuni. È questo il progetto che ha determinato uno stato di precarietà esistenziale per i lavoratori di oggi e quelli di domani. Contro il futuro di incertezza e precarietà che ci stanno costruendo attorno abbiamo portato in piazza le nostra alternative, le nostre rivendicazioni per una scuola pubblica e accessibile (a prescindere dal reddito) per una nuova forma di istruzione e di produzione, per la ripubblicizzazione dei servizi e dei beni comuni, per un futuro che ci consenta di mettere a frutto la nostra formazione e realizzare le nostre aspettative. Lo sciopero generale, per come l’abbiamo richiesto e per come l’abbiamo realizzato non sarà la conclusione delle nostre mobilitazioni, ma il punto da cui partire per riprenderci il presente e costruire il nostro futuro.
Volevamo che la data di oggi rappresentasse il culmine del percorso che abbiamo iniziato a costruire da inizio anno, percorso durante il quale abbiamo a lungo richiesto uno sciopero generale capace di incidere realmente sulle politiche sociali ed economiche del governo.
Per questo motivo abbiamo partecipato attivamente alla costruzione di questa giornata, nonostante non sia stata indette secondo le modalità sperate. Da ciò deriva la scelta di caratterizzare la nostra mobilitazione scegliendo di lanciare un concentramento studentesco per differenziarci dal corteo sindacale. Tuttavia sentiamo che le nostre lotte, quella degli studenti e quella dei lavoratori, non sono separabili. Sappiamo che l’attacco ai diritti degli studenti e dei lavoratori rientrano in un unico progetto di distruzione del welfare e privatizzazione dei beni comuni.
Ci siamo opposti, durante l’autunno, alla trasformazione dei consigli d’istituto e di facoltà in consigli d’amministrazione. Oggi sappiamo che privatizzazione dell’istruzione e flessibilità nel mondo del lavoro sono elementi inscindibili di uno stesso progetto economico, teso ad affidare alla discrezione di pochi imprenditori ed azionisti la gestione dei beni comuni. È questo il progetto che ha determinato uno stato di precarietà esistenziale per i lavoratori di oggi e quelli di domani. Contro il futuro di incertezza e precarietà che ci stanno costruendo attorno abbiamo portato in piazza le nostra alternative, le nostre rivendicazioni per una scuola pubblica e accessibile (a prescindere dal reddito) per una nuova forma di istruzione e di produzione, per la ripubblicizzazione dei servizi e dei beni comuni, per un futuro che ci consenta di mettere a frutto la nostra formazione e realizzare le nostre aspettative. Lo sciopero generale, per come l’abbiamo richiesto e per come l’abbiamo realizzato non sarà la conclusione delle nostre mobilitazioni, ma il punto da cui partire per riprenderci il presente e costruire il nostro futuro.
Milano, 6 Maggio 2011
Rete Studenti Milano e
Laboratorio di Partecipazione Studentesca