Torna a far parlare di sé il fascista in doppiopetto più noto alla città di Milano (e alla sua realtà antifascista): si tratta dell’ onorevole Riccardo De Corato.Vice sindaco di Milano sotto il PdL, si è reso particolarmente celebre l’anno scorso, quando fu direttamente responsabile dello sgombero del Cox 18 (rioccupato poco dopo), uno dei più longevi e attivi centri sociali autogestiti della città. Questo è solo uno dei molti episodi della sua crociata contro quelli che ama definire “promotori di illegalità” e “basi delle nuove BR”. Naturalmente, da un fascista “da poltrona” nient’altro ci si poteva aspettare. Ma ciò che non convince, è il modo esplicito con cui manifesta le sue ideologie, si avvicina a movimenti di estrema destra e (al contempo) ricopre la carica di vice sindaco in una città medaglia d’oro alla resistenza. Una delle vicende più recenti parte il 29 Aprile: in questa data, a Milano, ha luogo una parata nazi-fascista in ricordo di Sergio Ramelli, militante missino ucciso durante gli anni di piombo. La parata si svolge in pieno stile militare: con rulli di tamburi, saluti romani e croci celtiche, quello che viene spacciato per un giorno di memoria non fa che rivelarsi (come previsto) l’ennesima occasione per diffondere messaggi di odio e razzismo. Il giorno dopo un corteo sfila per il centro città, protestando contro la sempre maggiore presenza di fascisti nelle città e (cosa più allarmante) nelle scuole; situazione che (a causa dei continui pestaggi da parte di neofascisti) inizia a preoccupare il mondo studentesco e non solo. Poco dopo il corteo, De Corato (presente il giorno prima al raduno nazi-fascista) commenta dicendo che è stato solo un tentativo di bloccare le piazze (fallito, secondo lui) e che chiederà l’intervento del ministro dell’interno Maroni per “ripristinare la legalità tra quelli che sono soggetti mossi dalla volontà di sopraffazione della libertà d’espressione”. Ora, quale sarebbe, di questi tempi, la libertà d’espressione a Milano? Quella di vedere gruppi xenofobi e violenti girare per le strade con l’appoggio di autorità istituzionali? Quella di veder chiudere centri d’aggregazione e di attività collettive in nome di sole astratte supposizioni? Quella di vedere pestaggi fascisti fuori dalle scuole che rimangono impuniti e che l’opinione pubblica a malapena accenna? O (forse la “libertà” peggiore) quella di avere un vice sindaco fascista che amministra a suo piacimento una città e la sua legalità? Se questa fosse la reale situazione, ci sentiamo autorizzati non solo a sopraffare, ma a negare completamente la libertà d’espressione a chi idolatra assassini e dittatori, promuove la superiorità di razze e lo sterminio di altre, crede fermamente in una politica basata sul terrore ed è pronto ad uccidere in nome di idee prive di qualsiasi fondamento. Perché l’abominio che ha sconvolto l’umanità il secolo scorso non possa più ripetersi.
Contro la libertà di vivere sotto un regime, Milano (sempre) ANTIFASCISTA!
de corato sceriffo pagliaccio!