E’
stato da poco mostrato il programma scolastico destinato alle scuole
superiori, che si presenta da subito molto “alleggerito’’.
Infatti, dopo la diminuzione delle ore di geografia e dei fondi
destinati alla scuola pubblica (che comporterà la scomparsa di
svariate ore di laboratori e attività extrascolastiche, avendo
ripercussioni principalmente negli istituti tecnici e professionali),
un altro fatto sconcerta gran parte dell’ opinione pubblica,
scolastica e non solo: la totale scomparsa della parola
‘‘resistenza’’ nel programma di storia dell’ ultimo anno di
liceo. Ebbene sì, a fianco alla crisi del ’29, alla guerra fredda
e all’ ONU l’ approfondimento di quella parte di storia che è
stata determinante nelle vite di una generazione e che ha dato le
basi per la fondazione della nostra repubblica non appare. E ciò è
allarmante: risulta evidente il tentativo di voler dare meno
importanza al movimento. E vogliamo far credere che ciò sia una
semplice dimenticanza? O un inserimento all’ interno di un tema più
ampio? Vogliamo forse far credere che un paio di parole in più non
potevano trovare proprio spazio all’interno di un foglio? Vista,
oltretutto, la loro importanza? Già da qualche tempo quel tassello
fondamentale del nostro passato non riceve la riconoscenza che gli si
deve: infatti, non risale a molto tempo fa la decisione del comune di
Milano di sfrattare l’ Associazione Nazionale Partigiani Italiani
dalla sua storica sede in Via Mascagni (dopo più di sessant’ anni
dalla sua inaugurazione) per cedere lo stabile a dei privati;
situazione verificatasi anche per l’ Associazione Nazionale Ex
deportati politici Dai campi nazisti, con sede in Via Bagutta. Questi
non sono altro che vergognosi insulti agli italiani che, durante la
Seconda Guerra Mondiale, si batterono per garantire la nostra attuale
libertà di vivere al di fuori di un regime. E noi studenti non
rimarremo fermi a guardare …