Archivi
- Maggio 2014 (13)
- Dicembre 2013 (1)
- Novembre 2013 (1)
- Ottobre 2013 (1)
- Settembre 2012 (1)
- Maggio 2012 (2)
- Aprile 2012 (1)
- Marzo 2012 (2)
- Febbraio 2012 (3)
- Gennaio 2012 (1)
- Dicembre 2011 (1)
- Novembre 2011 (3)
- Ottobre 2011 (2)
- Settembre 2011 (6)
- Luglio 2011 (2)
- Giugno 2011 (1)
- Maggio 2011 (1)
- Aprile 2011 (2)
- Marzo 2011 (4)
- Febbraio 2011 (2)
- Gennaio 2011 (5)
- Dicembre 2010 (4)
- Novembre 2010 (11)
- Ottobre 2010 (10)
- Settembre 2010 (9)
- Giugno 2010 (2)
- Maggio 2010 (8)
- Aprile 2010 (10)
- Marzo 2010 (3)
- Febbraio 2010 (8)
- Gennaio 2010 (9)
- Dicembre 2009 (1)
- Novembre 2009 (4)
- Ottobre 2009 (6)
- Settembre 2009 (7)
- Agosto 2009 (5)
- Luglio 2009 (1)
- Maggio 2009 (1)
- Aprile 2009 (3)
Calendario
Gennaio 2025 L M M G V S D 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 Antifa
Collettivi e reti
Contatti
Facoltà
Generale
No G8
Radio online
Per un coordinamento metropolitano di lotta per il diritto alla casa
L’11 marzo un ingente schieramento di DIGOS, polizia, carabinieri e chi più ne ha più ne metta ha sgomberato Aldo dice 26×1. Il residence sociale è stato sigillato e murato. Chi ha inteso di “risolvere il problema di una occupazione abusiva” con lo sgombero ha in effetti la responsabilità di aver alimentato l’emergenza abitativa: chi aveva iniziato a vivere a Aldo dice 26×1 è tornato a vivere in strada e le numerose famiglie che stavano contribuendo ai lavori di recupero per poter avere una stanza a seguito dell’imminente sfratto, hanno oggi la prospettiva di vivere in strada.
Aldo dice 26×1 ha preso vita a Sesto San Giovanni, ma la questione abitativa non è né principalmente né esclusivamente una emergenza sestese. E’ una questione milanese, metropolitana, regionale e nazionale. E l’ambito metropolitano è il contesto in cui, per sua natura (dimensioni e struttura) Aldo dice 26×1 doveva e vuole rivolgersi e operare.
Migliaia di case del patrimonio pubblico chiuse, gestione di ALER a uso privatistico e che sfiora (con un eufemismo) la speculazione, migliaia di case private sfitte, decine di migliaia di famiglie in attesa di assegnazione o in emergenza abitativa (che rientrino più o meno pienamente nei “criteri” di assegnazione).
Ci rivolgiamo alle realtà metropolitane attive per affermare il diritto alla casa, ai movimenti di lotta, agli aggregati formali e informali che operano nei quartieri, al sindacalismo di base e combattivo che mette al centro il diritto all’abitare: vi invitiamo a un confronto collettivo, consapevoli delle specificità di ognuno, per mettere le basi di un coordinamento unitario capace di passare dalla protesta e dalla denuncia a una mobilitazione che affermi gli interessi collettivi, che inizi, su vasta scala (metropolitana) ad assegnare dal basso le case e gli spazi che i vertici degli enti e delle istituzioni lasciano in disuso e al degrado. Assegnazioni dal basso, resistenza agli sfratti, liberazione di alloggi, autorecupero.
Per questo vi invitiamo a un incontro, mercoledi 19 marzo alle 20:30 all’Officina dei Beni Comuni, viale Jenner angolo via Livigno (Milano)
Aldo dice 26×1 – la liberazione continua